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L'Ippoterapia

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Il nostro centro è anche specializzato in ippoterapia. L'istruttore Salvatore Barra ha la qualifica di tecnico A.N.I.R.E di riabilitazione equestre ludico-sportiva.
Ci avvaliamo inoltre della collaborazione del tecnico A.N.I.R.E Sebastiano Barra.
La Dott.ssa Giovanna Bua, psicologa e tecnico specializzato in riabilitazione con il cavallo, collabora insieme a noi nell'attività.

Scopriamo l'ippoterapia
Fonte: Ministero della Salute

L'ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origine empiriche antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto, da sempre, e non a torto, "straordinaria medicina".

L'uso dell'equitazione a scopo terapeutico ha avuto inizio già nell'opera di Ippocrate di Coo (460-370 a.C.), che consigliava lunghe cavalcate per combattere l'ansia e l'insonnia. Una prima documentazione scientifica sull'argomento la dobbiamo al medico Giuseppe Benvenuti (1759). Alla fine della prima guerra mondiale il cavallo è entrato nei programmi di riabilitazione, inizialmente in Scandinavia e in Inghilterra, poi in numerosi altri paesi. L' ippoterapia, detta Terapia con il Mezzo del Cavallo (TMC), è stata introdotta in Italia nel 1975 dalla dottoressa belga Daniele Nicolas Citterio che ha contribuito all'uso terapeutico del cavallo attraverso anche l'opera dell'Associazione Nazionale Italiana per la Riabilitazione Equestre (ANIRE). L'ippoterapia agisce grazie all'interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.

Le fasi dell'ippoterapia

L'International Therapeutic Riding Congress di Amburgo del 1982 ha definito tre diverse fasi o metodologie d'intervento terapeutico all'interno della riabilitazione equestre:

  •  Ippoterapia propriamente detta:
    costituisce l'approccio iniziale al cavallo e al suo ambiente, si svolge quindi prima a terra e successivamente sull'animale accompagnato da un istruttore. È riservata dunque a disabili incapaci di mantenere la posizione in sella e di condurre il cavallo in modo autonomo.
  •  Rieducazione equestre:
    vede il cavaliere impegnato nella conduzione attiva del cavallo, sotto il controllo del terapista, e mira a raggiungere quegli obiettivi tecnico-riabilitativi specifici secondo il programma terapeutico prestabilito per quel paziente.
  •  Equitazione sportiva per disabili:
    rappresenta il raggiungimento di una notevole autonomia del soggetto, con possibilità di svolgere normale attività di scuderia e di equitazione, a volte agonistica.

La terapia a cavallo funziona per tutti questi motivi:

  •  il cavallo si muove alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, ai quali perció è piú facile adattarsi con i movimenti del corpo
  •  il cavallo è estremamente sensibile al linguaggio del corpo inteso come gestualità e, essendo un animale altamente sociale, è comunque molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione
  •  per andare a cavallo, alle varie andature, si impegnano numerosi gruppi muscolari e si coinvolgono vari campi della psicofisiologia e della psicomotricità
  •  il rapporto con il cavallo è in grado di generare sentimenti ed emozioni intense; è ormai riconosciuto il valore del coinvolgimento emotivo nel processo di apprendimento
  •  le stimolazioni visuo-spaziali fornite dal particolare ambiente del maneggio con variazioni cromatiche e di luminosità in relazione anche con il movimento del cavallo sollecitano un'attenzione visiva finalizzata, facilitando cosí lacquisizione della dimensione dello spazio
  •  gli ambienti dove vivono i cavalli hanno rumori ed odori caratteristici e per questo molto evocativi
  •  si ottiene una stimolazione tattile intensa tramite il contatto con un animale di grandi dimensioni, che aiuta la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo
  •  il cavallo è un essere che esprime emozioni proprie come la paura in cui ci si può riconoscere e dove si può assumere un ruolo rassicurante; allo stesso tempo, montare a cavallo, cioè su un animale grande e potente, offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in se stessi
  •  andare a cavallo permette di stabilire contatti fisici e permette anche di essere gratificati, sia dall'offrire cure, carezze e massaggi, sia dal ricevere come risposta ai nostri comportamenti manifestazioni di gratificazione da parte dell'animale.

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I nostri cavalli sono amici leali e sinceri
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Il dolcissimo Achille

I cavalli sono mutevoli, lo sai; molti pony danno del filo da torcere a robusti stallieri, ma se gli metti in groppa un bambino o un adulto disabile, diventano docili come agnellini. Non so cosa sia: sembra una specie di intuito... - Jackie Croom
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